Paul Tudor Jones è un rinomato investitore che è entrato alla ribalta predicendo il crollo del mercato azionario del “Black Monday” nel 1987.
In un rapporto pubblicato per conto del fondo Tudor BVI, che vanta un AUM di oltre $ 22 miliardi, ha delineato il motivo per cui era interessato a Bitcoin. Jones sostiene che Bitcoin è una copertura contro l’inflazione e la crescente incertezza nell’economia globale.
“La migliore strategia di massimizzazione del profitto è quella di possedere il cavallo più veloce. Se sono costretto a prevedere, la mia scommessa è che sarà Bitcoin”.
Paul Tudor Jones
Confrontando liquidità, attività finanziarie (azioni e obbligazioni), oro e Bitcoin sulla capacità di ciascuna attività di immagazzinare valore, Jones ha osservato che la volatilità di Bitcoin lo rende un deposito di valore scadente. Tuttavia, ha una portabilità che non ha rivali dai suoi concorrenti.
Inoltre, Jones trova la proposta di un mercato 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con una consistente liquidità convincente, soprattutto nell’attuale ambiente economico nebuloso.
“Non sono un sostenitore della detenzione di soli bitcoin, ma riconosco il suo potenziale in un periodo in cui abbiamo le politiche economiche meno ortodosse della storia moderna”.
Nello specifico quindi il fondo andrà a diversificare parte dei suoi capitali (una quota non superiore al 10%) in Futures Bitcoin, probabilmente del CME.
È interessante notare come sempre più nel mercato bitcoin stia conquistando i portafogli di grandi investitori non grazie alla sua narrativa, agli evengelisti o massimalisti che lo divulgano e promuovono, ma in maniera imparziale.
Bitcoin sta dimostrnado con i fatti ciò che noi dichiaravamo da anni, venendo considerati degli invasati, ora invece… Ci stanno arrivando da soli, sebbene non si preoccupino dell[‘aspetto tecnico ma solo di quello speculativo-economico.
Macome dico sempre, diamogli tempo…