Il capogruppo della Fondazione Ethereum (ETH) Péter Szilágyi ha confermato che il 4 dicembre, come la data prevista per il prossimo hard fork della rete.
In due tweet pubblicati il 7 novembre, Szilágyi ha indicato che Istanbul inizierà al blocco 9069000.
Sono già state fornite le indicazioni agli operatori del nodo Geth, cioè uno dei più diffusi client per la gestione delle rete ethereum.
La caratteristica più significativa di Istanbul, è l’implementazione di un nuovo algoritmo di consenso, che sostituirà il proof of work, so stesso di Bitcoin (PoW), con il “ProgPoW”, che ha lo scopo di combattere il vantaggio che i minatori ASIC hanno sulla rete.
Gli “ASIC” sono componenti hardware, come delle schede grafiche, che vengono utilizzati specificatamente per il mining di determinate criptovalute, consentendo dei vantaggi notevoli a chi li usa.
Gli sviluppatori di Ethereum hanno deciso di dividere l’implementazione di Istanbul in due fasi, a partire da una versione che includeva una selezione di sei proposte di miglioramento di Ethereum (EIP) per l’integrazione testnet in ottobre.
A seguito dell’aggiornamento di Costantinopoli – che è stato completato nel febbraio di quest’anno – Istanbul rappresenta l’ultimo hard fork dell’eventuale transizione della rete a Ethereum 2.0, inteso come aggiornamento finale di Ethereum che dovrebbe avvenire nel 2020.
Conosciuto anche come Serenity, Ethereum 2.0 sposterà la rete su un algoritmo di consenso proof-of-stake (PoS) e affronterà sfide fondamentali come scalabilità, finalità economica e sicurezza.
All’inizio di questo mese, i membri della comunità di Aragon – un progetto software open source per la creazione di organizzazioni autonome decentralizzate (DAO) basate su Ethereum – si sono dichiarati contrari al passaggio a ProgPow.
Il CTO di Aragon One, Jorge Izquierdo aveva indicato a fine ottobre che Istanbul avrebbe comportato la rottura di circa 680 contratti intelligenti sulla piattaforma Aragon, affermando:
“Il problema che avremo non è stato ritenuto abbastanza importante perché questo hard fork non si verifichi, il che dal nostro punto di vista è sfortunato [ma] è un equilibrio difficile che capiamo.”
Jorge Izquierdo